Saturday, August 17, 2019


14-16 Agosto, Nara e i templi.

            La leggenda racconta che una delle incarnazioni di Buddha (ce ne sono un bel po’ nel pantheon buddista) sia apparso nella zona di Nara a galoppo di un grosso cervo bianco. Discendenti da tale cervo tutti i cervi che si aggirano tra i templi di quella zona sono protetti e venerati. Discendenti da quel grosso cervo, tutti cervi della zona sono grassi e pesanti.
            La folla di turisti circondata da pagode alte, altari shjinto con i gong vibranti, con statue di Budda tutte differenti ma sempre uguali, si mescola con i cervi. I cervi circondati da alberi robusti, ombre che si distendono sul caldo, con mani che si allungano per dare biscotti, carezze sempre uguali e differenti si mescolano con la folla di turisti.



            Io opto per un servizio di guida gratuito offerto dall’ufficio del turismo.
            Mi accoglie ad un banchetto piccolo e pieghevole una vecchietta sulla settantina. Sulla targhetta : 'guida gratuita in inglese'. 
            Mi presento, lei risponde. Non capisco. Parla inglese, un inglese con troppe parole giapponesi. Alla  fine traduco: devo aspettare nel caso arrivino altri turisti.
            Passano 15 minuti, lei mi chiama. Mi dice che c’è un altro turista. 5 minuti e partiamo.
            Iniziamo il tour. 
            L’altro turista non è arrivato. L’altro turista sono io.

            Ci presentiamo. Lei si chiama Ayako. Le dico che sono italiano.
            Lei risponde divertita:
            ‘Hora, Hora’
            Passiamo per il centro di Nara. Le dico un po’ quello che faccio.
            I suoi ‘hora, hora’ non si risparmiano. Mi dice che è stata in Norvegia. E le è piaciuto molto.
            Vedo delle lapide o statue di Budda che sembrano avere un bavaglino rosso attorno al collo. Mi spiega che l’immagine è di Jizo, un Budda protettore dei bambini. Nel passato i bambini orfani morti per strada venivano interrati così. Le chiedo:
            ‘Invece per i bimbi che muoiono in famiglia? Anche loro vengono interrati con una lapide simile o si usa un’immagine diversa?
            Lei pensa un po’.
            ‘ Sì, sì, sì’ Risponde. ‘ Il 16 le anime di tutti i bambini ritornano per un breve periodo sulla terra.’
            Mi mostra una ciotola che si trova davanti ad ogni lapide. Vi è dentro dell’acqua.
            ‘È per i bambini quando ritornano.’
            Poi mi parla del’ O-bon', la festa dei morti in cui tra il 13-16 Agosto tutte le anime dei defunti ritornano sulla terra per un breve periodo. E di come tutte le famiglie preparino banchetti e grigliate abbondanti, bagnate da sake di vario tipo, per non lasciare i morti a digiuno. Da come lo racconta sembra che lei e la sua famiglia non si siano risparmiati nell’abbuffata.   
  
              Primo tempio: Kofuku-ji.

            Ci avviciniamo a un’altra versione di Budda; 'Pignola', una statua fatta di legno, levigata in alcune punti, circondata da una grata. Corrispondenti ai due lati delle spalle ci sono due aperture. Lei infila un braccio nell’apertura di sinistra e tocca il ginocchio della statua.
            ‘Così se hai male qui a ginocchio, se tocchi Pignola, ti guarisce. Se sei studente e avere più memoria tocchi testa e hai memoria. Capito?’
            Io annuisco. E penso, ma se uno è impotente, che fa? Tocca il pacco del Budda? Invece chiedo.
            ‘ Sì, ma questo non è l’incarnazione del Budda che è stato principe, e che ha abbandonato tutto ?’
            ‘No, quello altro. Quello ha trovato verità, l’illuminazione e non come Pignola che ha quasi l’illuminazione. Lui è qui per aiutare noi.
            ‘ Interessante, avete diverse immagini di Budda.’ Dico. ‘Ma allora questo Budda è il più importante rispetto agli altri, o tutte le versioni sono allo stesso livello?
            Ayako ci pensa di nuovo su.
            ‘Sì, sì, sì.’ E incomincia a raccontarmi di come per Budda sono importanti tre sensi: l’olfatto, l’udito, la vista.
            Questo è il motivo per cui c’è sempre profumo d’incenso nei templi buddisti (olfatto), che vi è un gong che va fatto vibrare leggermente (udito) ed anche che ci sono tante lampade o finestre per far entrare luce (vista).




            
            Secondo tempio, Kasuga Taisha.

            Vi si accede prendendo delle scale. Tutta attorno vi sono più di un migliaio di lanterne che accompagnano fino al tempio, che in verità sono un insieme di altari della religione Shinto. Qui Ayako si accinge con coraggio a spiegarmi la differenza tra Shintoismo e Buddismo, di come per i Giapponesi non ci sia differenza e di come durante il periodo dell’espansione nipponica lo shintiosmo era la religione nazionale, mentre tutto quello che era buddista cadeva a pezzi. E io non ci capisco quasi niente. Intuisco che lo Shinoismo è una sorta di animismo. Gli dei sono montagne, vallate, alberi, cascate, pozze d’acqua, fanghiglia, qualsiasi elemento della natura. Shinto significa ‘direzione o avvicinamento agli dei’.

            Ayako vedendo la perplessità sul mio volto passa dalle parole ai fatti. Mi fa partecipe di un rito di fronte agli dei della neve o del freddo, o qualcosa di simile. Lei dice del frigorifero, ma non sono sicuro di aver capito.  
            Prima mi racconta la storia che nel passato quando ancora c’era abbondante neve in inverno a Nara, la gente, per conservarla e darla in offerta a tali dei in estate, la sotterrava nel terreno. In cambio avrebbero potuto esprimere un desiderio.
            Ora invece entri nello stesso tempio, prendi un tazzone di ghiaccio pulito e triturato da uno sportello, lo piazzi davanti all’altare, offri 300 yen. Offerta standard. Sbatti due volte le mani, fai due inchini, esprimi un desiderio, sbatti un’altra volta le mani, un solo inchino e metti uno sciroppo dolciastro sul ghiaccio per poterlo mangiare. Una sorta di granita primitiva.

            Io compio diligentemente le prime 4 azioni poi al momento del desiderio, mentre lo formulo, Ayako mi mette fretta, il ghiaccio si sta già sciogliendo, mi fa fare l’inchino, non sbatto le mani e iniziamo a mangiare la granita primitiva, senza che io abbia espresso il mio desiderio. Io rimango perplesso della mia vicinanza agli dei ma lei si ‘slurpa’ tutta contenta in un minuto e mezzo ghiaccio e sciroppo. ‘Slup’ è onomatopeia tipica dei giapponesi quando si mangiano i noodle o bevono delle zuppe.




            
            Terzo tempio, Todaiji.

            Entrati nella tempio del più grande Budda di bronzo del Giappone, alto 16 metri, 3 anni per fondere tutto quel metallo, una immagine imponente e maestosa. Parliamo del Budda Dainichi, il budda cosmico che con la sua luce copre dal centro dell’universo tutto lo spazio immaginabile. Di Kanon, l’incarnazione del Budda dalle mille braccia, che è sulla terra per aiutare i mortali a raggiungere il nirvana. Poi dal nulla Ayako mi chiede dei fiordi.
            Le spiego cosa sono i fiordi.
            ‘Hora, hora’. Risponde.
            Discutiamo sul nirvana. E poi arriva la domanda
            ‘E quelle persone brutte? Che cosa sono?’
            ‘Cosa?’
            ‘Sì, in Norvegia. Ci sono sempre dove vai. In tutti i negozi.
            ‘Ah, ma tu ti riferisci ai Troll.
            ‘Hora, hora’ Risponde.
            Inizio allora a spiegarle cosa sono i Troll, e la loro posizione nel pantheon della religione vichinga.
            ‘Ah’. Risponde sorpresa.
            Ed io davanti al Budda più importante del Giappone inizio a raccontarle alcune leggende sui troll.
            Lei non continua più a contenere i suoi hora, hora, che fioccano eccitati senza sosta. 
            Concluse le leggende, ci avviamo per organizzare un pic nic, ma passiamo davanti ad un’altra statua di Pingola. Ayako non sifa  mancare il tocco al ginocchio. 

            Onestamente il suo ginocchio era mezzo che andato, pero ho fatto fatica a starle dietro.

            Concludiamo il nostro tour mangiando sushi su una piattaforma in mezzo al lago. Veramente romantico. Solo che Ayako aveva in mente un'latra cosa. Inizia a raccontarmi un po’della sua famiglia, dei suoi viaggi, del matrimonio di sua figlia a Kasuga Taisha. Della processione per arrivare all’altare, del sake bevuto e ovviamente offerto non solo agli ospiti e al prete ma anche agli dei. Io ascolto e provo a ringraziarla dandole una mancia per il tour reso. Così spero di terminare il tour. Lei indignata rifiuta. Era un tour gratuito. Ed allora sto lì ad ascoltandola ancora per quasi un’altra oretta.
             

                 
  
     
           


3 comments:

  1. Avrei voluto conoscere Ayako :-) Aspetto sempre la storia del panda rosa :-)

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  2. Grande Leo ;) Che belle storie e che bei posti!! Olly aspetta con ansia la storia del panda rosa!

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